SANZIONI PUNGENTI


“Siamo determinati a far pagare al Cremlino questa ulteriore escalation. Quindi oggi stiamo proponendo insieme un nuovo pacchetto di sanzioni pungenti contro la Russia”, le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen

QUI LO DICO E POI LO NEGO

ELEZIONI ITALIA, UE PRECISA SU PAROLE VON DER LEYEN: “NON È INTERVENUTA SUL VOTO”

(Teleborsa, 23 settembre 2022)

“Penso che sia assolutamente chiaro che la Presidente von der Leyen non è intervenuta nelle elezioni italiane quando ha parlato di strumenti e ha fatto riferimento a procedure in corso in altri Paesi”. Lo ha chiarito il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer specificando che nella sua risposta la presidente Ursula von der Leyen “ha esplicitamente detto che la Commissione lavorerà con tutti i governi che usciranno dalle elezioni e che vogliono lavorare con la Commissione europea”. La precisazione è arrivata dopo che in Italia sta montando la polemica per le dichiarazioni di ieri della Presidente della Commissione Ue, von der Leyen.
“Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria”, aveva detto rispondendo a una domanda a Princeton sul possibile risultato delle elezioni in Italia, dato che, è stato fatto notare, tra i candidati vi sono figure vicine a Putin.
Parole che secondo molti interpretano il “wait and see” con cui a Palazzo Berlaymont si guarda a un possibile governo guidato da Giorgia Meloni. Ma Bruxelles ribadisce che non c’è alcuna intromissione, visto che ciò che conta è l’atteggiamento collaborativo con cui i leader si siedono al Consiglio europeo.
Frasi che però non sono affatto piaciute al leader della Lega. “Quelle di Ursula von der Leyen sono di una gravità inaudita, comporterebbero dimissioni o scuse immediate”, ha commentato Matteo Salvini. “Cosa vuol dire ‘se le cose vanno in una direzione difficile?’ Se non vince la sinistra? È un’invasione di campo non richiesta”.
“Penso che” la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen “sicuramente chiarirà, perché la sua frase si presta ad ambiguità. Von der Leyen viene dallo stesso partito del quale fanno parte Berlusconi e Tajani, non è che stiamo parlando di una pericolosa comunista. Stiamo parlando di una persona assolutamente equilibrata e che non ha nulla di pregiudiziale verso quell’area culturale”, ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta.

URSULA DI GIALLO-BLU VESTITA


Von der Leyen al Parlamento Ue: ‘Le sanzioni alla Russia resteranno’

‘Putin fallirà e l’Europa prevarrà’. Discorso sullo Stato dell’Unione. ‘L’Ucraina avrà accesso al mercato unico, oggi vado a Kiev’. E poi: dal tetto ai ricavi 140 miliardi

Redazione ANSA
13 settembre 2022

BRUXELLES- “La solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Ucraina rimarrà incrollabile. Fin dal primo giorno, l’Europa è stata al fianco dell’Ucraina. Con armi. Con fondi. Con l’ospitalità per i rifugiati. E con le sanzioni più dure che il mondo abbia mai visto. Il settore finanziario della Russia è in crisi”. Lo ha detto Ursula von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione. “Voglio essere molto chiara: le sanzioni sono destinate a rimanere. Questo è il momento di mostrare determinazione, non acquiescenza”, ha aggiunto.
“Questa è una guerra alla nostra energia, una guerra alla nostra economia, una guerra ai nostri valori e una guerra al nostro futuro. Si tratta di autocrazia contro democrazia. E sono qui con la convinzione che, con coraggio e solidarietà, Putin fallirà e l’Europa prevarrà, ha detto.
“Porteremo l’Ucraina nella nostra area europea di free roaming – ha aggiunto -. Le nostre corsie di solidarietà sono un grande successo. Sulla base di tutto ciò, la Commissione collaborerà con l’Ucraina per garantire un accesso senza soluzione di continuità al mercato unico. E viceversa. Il nostro mercato unico è una delle più grandi storie di successo dell’Europa. È ora di renderlo un successo anche per i nostri amici ucraini. È per questo che oggi mi reco a Kiev, per discuterne in dettaglio con il presidente Zelensky”.
Dalle nove la presidente dell’esecutivo europeo si rivolge agli europarlamentari raccolti nell’emiciclo di Strasburgo per illustrare, tra l’altro, un ampio pacchetto di nuove iniziative finalizzate a creare strumenti con cui affrontare le crisi in atto e traghettare l’Ue verso la transizione energetica, accelerando al contempo l’indipendenza dalle importazioni di idrocarburi dalla Russia. Per l’occasione a Strasburgo è presente anche la moglie di Volodymyr Zelensky, Olena Zalenska.
“Milioni di europei hanno bisogno di sostegno. Gli Stati membri dell’Ue hanno già investito miliardi di euro per assistere le famiglie vulnerabili. Ma sappiamo che non sarà sufficiente. Per questo motivo proponiamo un tetto ai ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo. La nostra proposta raccoglierà più di 140 miliardi di euro per gli Stati membri per attutire il colpo direttamente”, ha detto la presidente della Commissione Ue.
La Commissione europea presenterà “un pacchetto di aiuti per le Pmi” che “comprenderà una proposta per un insieme unico di norme fiscali per fare affari in Europa (Befit)”., ha detto von der Leyen, annunciando anche la revisione della “direttiva sui ritardi di pagamento” “Semplicemente non è giusto che 1 fallimento su 4 sia dovuto a fatture non pagate in tempo”, ha sottolineato, indicando che “per milioni di aziende familiari, questa sarà un’ancora di salvezza in acque agitate”.
“Abbiamo concepito NextGenerationEU quasi due anni fa, eppure è esattamente ciò di cui l’Europa ha bisogno oggi – ha spiegato -. Quindi atteniamoci al piano. Utilizziamo i soldi” a disposizione. “Il NextGenerationEU è stata una spinta alla fiducia per la nostra economia. E il suo viaggio è appena iniziato”, ha aggiunto.
Nel discoso alla plenaria dell’Eurocamera, von der Leyen ha inoltre affermato che “gli Stati membri dovrebbero avere maggiore flessibilità sui loro percorsi di riduzione del debito”. “Ma – ha aggiunto – ci dovrebbe essere una maggiore responsabilità sul rispetto di ciò che abbiamo concordato”. Nella riforma del Patto di stabilità, “dovrebbero esserci regole più semplici che tutti possono seguire”, ha sottolineato von der Leyen, indicando la necessità di “aprire lo spazio per investimenti strategici e dare ai mercati finanziari la fiducia di cui hanno bisogno”.

ME NE VADO, ANZI RESTO. Come rinunciare per ottenere tutto.


Le dimissioni di Draghi. Washington e Bruxelles hanno già votato per farlo restare
(Giulia Burgazzi)

Non se ne va mica tanto facilmente. Il Presidente della Repubblica ha respinto giovedì le dimissioni di Draghi e l’ha rispedito davanti al Parlamento, dove pure lo stesso Draghi aveva appena ottenuto il voto di fiducia: ma non con la maggioranza plebiscitaria che egli vorrebbe.

Tuttavia, se Draghi ha bisogno di altri voti per mettere lo scranno al riparo dallo scarso gradimento degli italiani (nei sondaggi ha avuto un crollo del 12% ed è al ora 48%), dovrebbe ben sapere che Washington e Bruxelles hanno già votato per lui.

Per questo, fra gli scenari possibili, c’è anche quello in cui il capo del governo è per qualche tempo un altro, magari Giuliano Amato, ma la crisi economica ed il tumultuoso, ulteriore deterioramento del tenore di vita legati all’ormai certa mancanza di gas fanno sì che venga richiamato in sella colui che alcuni chiamano il Migliore. In questo caso, visto quel che è accaduto finora, Draghi non potrebbe che peggiorare ulteriormente le cose: ma almeno lo farebbe con unità nazionale, senza tumulti e senza opposizione.

Draghi si è dimesso perché ieri, giovedì, il M5S è uscito dall’aula del Senato al momento di votare la fiducia sul cosiddetto decreto Aiuti. Draghi ha comunque ampiamente ottenuto la fiducia stessa. Alla Camera, dove le procedure sono diverse, il M5S la settimana scorsa ha votato la fiducia ma è uscito dall’aula per il decreto Aiuti.

Un capo del Governo che si dimetta subito dopo aver ottenuto il voto di fiducia del Parlamento, non lo si era ancora visto. Eppure è accaduto ieri. Draghi non vuole avere un’opposizione che non sia (come ora) numericamente residuale.

Dunque mercoledì 20 Draghi si presenterà al Parlamento per fare la conta di chi lo vuole e di chi non lo vuole. Per l’occasione, il M5S potrebbe anche rimangiarsi i maldipancia che l’hanno indotto ad effettuare il modesto distinguo sul decreto Aiuti: del resto, il M5S non ha mai dato apertamente voto contrario. E’ teoricamente possibile, ma improbabile, che Draghi accetti di continuare a governare senza il M5S. L’altra ipotesi è l’apertura della crisi di governo.

Però una cosa è chiara: ai piani altissimi – non si ratta dei piani alti nazionali – vogliono che Draghi resti. Repubblica ha raccolto  altolocate dichiarazioni provenienti da Washington secondo le quali per gli USA la guida di Draghi è determinante, nientepopodimeno. Parallelamente a Bruxelles la Commissione Europea ha seguito “con preoccupato sconcerto” le vicende italiane e il commissario UE italiano, Paolo Gentiloni, ha auspicato apertamente che “la leadership di Draghi continui”.

E dunque, anche se tutto può succedere, non è detto che Draghi se ne vada. E se anche se ne andrà, è verosimile che torni a galla.