VACCINI mRNA, MIOCARDITI & co.


Studio Nature sull’ aumento del rischio di miocardite e pericardite nei giovani tra i 18 e 24 anni :

“Age and sex-specific risks of myocarditis and pericarditis following Covid-19 messenger RNA vaccines”

https://www.nature.com/articles/s41467-022-31401-5

Eventi Avversi News

TUTTI PROMOSSI!


Farsa: tutti promossi e i 100 al Sud umiliano il Nord

24 Luglio 2022

L’esame non fa più paura: il 99,9% degli studenti lo passa. La manica larga del Meridione, fioccano i voti più alti.

Matteo Basile

«Quest’anno c’è la maturità, non si scherza!». Ansia, brividi, notti insonni, brutti pensieri, panico. Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha provato almeno una di queste emozioni al sentire i professori scandire questo mantra minaccioso recitato con continuità da settembre in poi. Così era, per tutti. Dagli scansafatiche ai secchioni. Non si scappava. Era. Perché adesso l’esame di maturità altro non è una banalissima formalità. Il 99,9% degli studenti italiani ammesso all’esame di Stato ha infatti superato la prova. Altro che paturnie: una passeggiata di salute. I dati forniti dal ministero dell’Istruzione parlano chiaro. E nulla è cambiato con il ritorno dell’esame in presenza dopo le restrizioni dovute al Covid negli ultimi due anni. Ma c’è un altro dato che fa riflettere: al Sud i voti e in particolare i 100 e i 100 e lode sono molto più numerosi rispetto che al Nord.

Se si considera che, già prima della prova, ben il 96,2% dei candidati scrutinati era stato ammesso all’esame, il 99,9 di diplomati certifica che il tanto temuto ultimo anno con il tremendo esame che fu adesso è poco più che un atto di presenza puro e semplice per tutti quanti. Anche perché quest’anno le prove erano complete, in presenza sia per gli scritti che per gli orali. Eppure i promossi sono gli stessi dello scorso anno quando gli esami si tennero a distanza. Aumentano anche i diplomati con lode: sono il 3,4% rispetto al 3% di un anno fa, mentre calano gli studenti che hanno ottenuto il 100 tondo: il 9,4% rispetto al 13,5% dell’anno scorso. La maggioranza assoluta degli studenti, il 51,2% tra studentesse e studenti, si colloca nella fascia di valutazione tra il 60 e l’80. Calano invece i 60, quelli che una volta venivano ribattezzati «promossi con un calcio nel sedere», che passano dal 4,8% al 4,1%. Una volta ammessi, quindi, si arriva al traguardo. A far riflettere sono altri numeri.

Perché tra i 16.510 studenti che in totale hanno raggiunto il 100 e lode, le percentuali sono completamente differenti tra Nord e Sud. La manica più larga in percentuale si registra in Calabria con il 6,6% dei promossi con lode. Seguono Puglia col 6,3%, Umbria (5%) e Sicilia (4,8%). Nulla a che vedere con il Nord: solo l’1,5% nella rigidissima Lombardia, il 2,1% in Piemonte e il 2% in Veneto. Anche alle scuole medie, i numeri del ministero sembrano incoraggianti: il tasso di ammissione all’esame finale è stato del 98,5% anche in questo caso il 99,9% delle ragazze e dei ragazzi ammessi ha superato la prova. In due regioni, Molise e Basilicata, registrato il 100% di promossi. E anche per i più piccoli, voti più alti assegnati al Sud in Puglia, Calabria e Molise dove più di un candidato su due ha ottenuto una votazione superiore all’8. Facile ipotizzare che non ci sia stato una fuga di cervelloni nelle regioni del Meridione, quanto l’evidenza di criteri di giudizio molto più severi al Nord. Va bene che, almeno in teoria, una maggior severità possa essere più funzionale per prepararsi a un futuro universitario prima e lavorativo poi, ma sicuramente la disparità è evidente e penalizzante, per esempio nell’accesso alle facoltà a numero chiuso e per accaparrarsi le borse di studio del primo anno. Un divario che altro non fa che aumentare le perplessità sul nostro sistema scolastico.

Perché oltre alla palese disparità territoriale, i numeri dei promossi infatti cozzano terribilmente con i dati dei test invalsi forniti non più di un tre settimane fa. Un elemento su tutti: per quanto riguarda le competenze in lingua italiana, appena il 52% per cento degli studenti dell’ultimo anno infatti raggiunge il livello minimo di competenze, con punte del 60 per cento in Campania, Calabria e Sicilia. Più di un ragazzo su due quindi, ha problemi di comprensione e di espressione nella propria lingua. Tutti promossi, però. Siamo abbastanza asini, quindi, ma la tanto attesa e temuta notte prima degli esami adesso si può vivere senza ansie. E poi? Io speriamo che la cavo…

GAUDIUM MAGNUM


Draghi vuole lasciare Palazzo Chigi perché l’Italia è vicina alla catastrofe

15 Luglio 2022
di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Che cosa sta per arrivare? La tempesta perfetta.

1. Crisi energetica causa sanzioni Russia e anni di politiche “per il climate change”.

2. Inflazione e rialzo dei tassi con conseguente crollo dei mercati finanziari già in corso.

3. Crisi finanziaria per il debito arrivato al 170% del Pil causa lockdown.

4. Depressione economica probabile, causa 1 e 2.

5. Scandali per i morti e disabili post vaccinazione che sono in costante aumento.

6. Sconfitta della Nato in Ucraina nonostante la valanga di aiuti, addestramento e armamenti a Volodymyr Zelensky.

È possibile quindi ipotizzare che Mario Draghi si voglia defilare in tempo. Questo è uno dei motivi della crisi. L’obiettivo di Draghi era il Quirinale, non avendolo raggiunto, non vede l’ora di abbandonare una esperienza di governo fallimentare.

AVANTI CON DRAGHI!


Di Maio: “Agenda Draghi deve andare avanti. Noi con Gelmini e Brunetta? Prematuro, di certo mai con Lega, M5s e chi ha fatto cadere esecutivo”

di Alberto Sofia | 21 LUGLIO 2022

“L’agenda riformatrice di Mario Draghi non può cadere nella polvere, non può scomparire, ci saranno tante persone di buona volontà che nei prossimi anni continueranno a portarla avanti”. A rivendicarlo, nel giorno delle dimissioni del presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti fuori da Montecitorio. Non senza attaccare M5s e Lega: “Quando Giuseppe Conte e Matteo Salvini andranno a dire in campagna elettorale che vogliono affrontare il caro benzina, il caro energia, il caro bollette ditegli che hanno buttato giù quel governo che stava facendo il decreto”. E ancora: “Far cadere il governo Draghi è stato solo il primo atto di un percorso che vede uniti Conte e Salvini nel cercare di portare l’Italia fuori dalle alleanze storiche, di destabilizzarla da un punto di vista economico. L’Italia aveva una chiara posizione internazionale che collocava l’Italia con i suoi alleati storici. E non è un caso che questo governo sia stato buttato giù da due forze politiche che strizzano l’occhiolino a Vladimir Putin”. Ma con chi andrà al voto Ipf? “Se siamo pronti a discutere con Mariastella Gelmini e Renato Brunetta e chi lascerà Forza Italia? Prematuro, ma di certo sicuramente non vado con quelli che hanno fatto cadere questo governo, che hanno deciso di stare dalla parte degli estremismi e dei sovranismi. E mi auguro si possa essere in tanti dalla parte dell’agenda riformatrice di Mario Draghi”.

APOLOGIA DEL POTERE INCONTROLLATO


DRAGHI DITTATORE? UNA BELLA IDEA

dal Blog di Nicola Porro

Eccallà, ci mancava solo la dichiarazione senza vergogna in diretta nazionale. Che barba la democrazia. Che barba i partiti che cercano di influenzare il governo. Che schifo i leader che si mettono di traverso sul trionfale cammino di sua santità Mario Draghi. Molto meglio una dittatura, in cui a decidere tutto è Supermario e gli altri si adeguano. Fino ad oggi eravamo quasi certi che molti democraticissimi intellettuali lo sussurrassero solo nei salotti buoni tra una tartina al caviale e l’altra, senza però esporre al grande pubblico la loro preferenza per una dittatura illuminata del premier Draghi. Ora invece Umberto Galimberti ha rotto il velo d’ipocrisia (e di questo occorre almeno dargli merito) ed è arrivato a confessare in diretta tv il disprezzo per i meccanismi della democrazia.
In studio a In Onda si stava discutendo delle incomprensibili norme prodotte dal governo per “arginare” l’avanzata di Omicron. Riuscire a districarsi tra green pass, super green pass, tre tipologie di quarantene, contatti stretti o laschi, prima seconda o terza dose, è oggettivamente impossibile. Di chi è la colpa? Di Speranza, in teoria titolato a gestire la situazione sanitaria? Di Draghi, che guida questo governo “dei migliori”? No, ovviamente. Per Galimberti sono i partiti ad aver creato confusione. “La complicazione – ha detto – nasce dal fatto dal fatto che abbiamo un governo fatto di partiti che si detestano e il povero Draghi ha iniziato a fare delle mediazioni che moltiplicano le diversità dei casi all’interno dei quali si deve intervenire”.
Hai capito che orrore? I partiti cercano di interpretare le istanze degli italiani? Non sia mai: è lesa maestà. Dovrebbero starsene zitti e lustrare le scarpe al premier-padrone. “Se è vero che abbiamo un governo di salute pubblica – ha insistito Galimberti – se è vero che siamo in epoca di emergenza, non si può considerare Draghi una sorta di… non dico la parola dittatore, ma quasi? Che decida lui a prescindere dalle bandierine dei vari partiti che vogliono difendere questa o quell’altra categoria, allentando la difesa nei confronti di questo virus”.
In studio avrebbero dovuto indignarsi per quanto detto dal professorone. Non l’hanno fatto come non lo fecero con Monti quanto chiese una “informazione meno democratica”, ma almeno stavolta si sono degnati di chiedere una precisazione. “Emergenza cosa vuol dire? – ha spiegato Galimberti – Che tutto va avanti come prima o c’è uno che decide? Questo voglio capire. Se siamo in emergenza fino a marzo, ci vorrà uno che decide. Io di Draghi mi fido, penso che non sia un pazzo, penso abbia le capacità per governare questa situazione, quindi lasciamo decidere a lui a prescindere dai pareri discordanti di tutti gli altri partiti. Questo significa emergenza”.
A dire il vero, questo significa “dittatura”. E in teoria sarebbe una cosuccia contraria alla Costituzione. Ma ormai tra Monti che vuole “dosare dall’alto l’informazione” e Galimberti che sogna di incoronare Draghi imperatore, abbiamo capito una cosa: che in nome della presunta “emergenza”, ormai prolungata da tempo immemore, si sta facendo strada l’ipotesi che si possa instaurare davvero l’uomo solo al comando. Senza che nessuno osi alzare il ditino. E pensare che i cronisti radical chic si stracciarono le vesti quando Salvini chiese agli elettori (ripeto: agli elettori!) i “pieni poteri” attraverso le urne. Che fine hanno fatto? Ah sì, lo sappiamo. Sono lì, in piedi, ad applaudire l’ingresso in sala stampa di suo splendore Draghi.