LE 9 PIAGHE


Tutti i danni di Draghi negli ultimi 20 anni

22 Luglio 2022
di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Nell’articolo precedente sul tema abbiamo spiegato che Draghi voleva mollare per evitare di essere al governo quando arriva il crash finanziario, la crisi energetica, la recessione e un’altra crisi della vaccinazione tutte assieme.
Sembra che abbiamo avuto ragione perché Draghi si è presentato in Parlamento ignorando qualunque richiesta e osservazione dei partiti di centro destra e del M5S rendendo inevitabile che poi non lo votassero. Se si ascolta il suo discorso, aggressivo e insultante in molti punti è evidente che ha cercato questo risultato, che voleva sfuggire a Mattarella e alle pressioni estere per non ritrovarsi a gestire il disastro in arrivo a cui ha egli stesso ha contribuito. C’è alla fine riuscito, ma Matterella prima di acconsentire alla sua richiesta gli ha fatto fare una figuraccia che passerà alla storia della cronaca. Ma facciamo un bilancio.

Ci sono almeno nove cose per le quali Draghi è stato un disastro, da quando era direttore del Tesoro, poi governatore Bankitalia, poi alla Bce e ora al governo

1) Superbonus110: Draghi ha fatto del sarcasmo su chi l’aveva promosso. Ma il Superbonus110 ha creato circa 40 miliardi di Pil tramite il boom edilizio che ha indotto, dopo dieci anni in cui le costruzioni in Italia erano depresse e parliamo di un -50%. Il meccanismo del Superbonus era intelligente, perché erano crediti fiscali che non sono debito pubblico perché lo Stato negli anni successivi sconta le tasse solo se c’è un ricavo, non è obbligato a ripagare in ogni caso come con un Btp. Emettere Btp è emettere debito, emettere crediti fiscali no, perché se non c’è un ricavo l’anno successivo di qualcuno che debba pagare tasse, il credito è inutilizzabile e lo Stato non paga e non sconta niente, tanto è vero che Eurostat non lo considera debito pubblico. Draghi fa finta di non sapere queste e non ha mai riconosciuto l’aumento di occupazione, di lavoro e di Pil creato dal Superbonus110 che è stato l’unico stimolo economico degli ultimi due anni. Cosa ha fatto Draghi? Ha bloccato di colpo il Superbonus mettendo in crisi tante aziende.

2) Draghi ha speso invece una cifra complessiva intorno a 30 miliardi per centinaia di milioni di tamponi a 50 euro l’uno di costo totale, vaccini e vaccinazione e per le degenze Covid a peso d’oro (fino a 9mila euro al giorno). In più ha imposto un altro lockdown e lasciato a casa dal lavoro qualche centinaio di migliaia di persone perché non vaccinate e con tampone positivo (anche se senza nessun sintomo). Il costo enorme di queste due politiche ha costretto lo Stato a fare deficit intorno al 9% del Pil l’anno scorso e al 6% quest’anno e il debito pubblico è schizzato a 2,760 miliardi. Per Draghi il Superbonus che creava lavoro era da eliminare e i lockdown e green pass che affondava l’economia erano buoni.

3) I Btp da quando Draghi governa sono scesi da 150 a 125. Il motivo principale è che, oltre alla crescita del debito pubblico, Draghi come governatore della Bce aveva fatto stampare 4mila miliardi per comprare titoli di stato e spingere il rendimento sotto-zero o zero. Alla Bce Draghi ha fatto bella figura solo perché stampava moneta. Questo però ha creato inflazione e di conseguenza i bond ora stanno franando. Se si parla di spread e costo degli interessi sui Btp e di quotazioni dei Btp, bisogna ricordare che da quando Draghi è al governo i Btp sono collassati da 150 a 125 (usando come riferimento il future del decennale) e quindi dire che senza Draghi ecc.…. è semplicemente assurdo. Draghi ha condotto una politica di stampa di euro per sostenere i deficit dei governi e i risultati sono inflazione e crollo del mercato dei titoli di stato in corso.

4) Quando Draghi era governatore di Bankitalia è stato responsabile della crisi di MontePaschi, che ha speso 9 miliardi per Antonveneta e fu il governatore di Bankitalia ad avallare questa operazione di natura politica (Pd a Siena). La banca di Siena dal 2008 sprofonda nelle perdite, ma la sua crisi risale al tempo in cui Draghi vigilava sul sistema creditizio italiano.

5) Draghi come governatore della Bce nell’estate del 2011 era anche stato la causa della crisi dello spread perché ha scritto con J-C. Trichet una lettera all’allora governo Berlusconi minacciandolo di crisi se non avesse fatto un austerità pesante e simultaneamente ha sospeso gli acquisti di Btp. Salvo poi addirittura lanciare un mega programma di acquisti senza limiti di 4mila miliardi di Btp e altri titoli di stato europei quando il governo Monti, sotto il peso dell’austerità imposta dalla Bce, stava facendo collassare l’economia italiana e l’euro. Per far saltare Berlusconi, Draghi lo ha ricattato per iscritto chiedendo austerità e fermando gli acquisti di Btp. Poi, una volta che al governo è stato il Pd ha stampato 4mila mld di cui 700 miliardi sono andati ai Btp.

6) Prima ancora, come direttore del Tesoro fino al 2004, è stato responsabile dei 40 miliardi di perdite dovute ai contratti derivati sui Btp sottoscritti dal Tesoro. Nessuno altro paese Ue ha perso miliardi così per questi derivati. Solo l’Italia. E Draghi era il direttore del Tesoro che li ha proposti e gestiti.

7) Come abbiamo già mostrato, con Draghi al governo e le sue politiche di vaccinazione forzata e lockdown la mortalità in Italia è aumentata nel 2021.
Si può discutere delle cause esatte, ma era Draghi al governo e il risultato è l’opposto di quello che aveva promesso con i lockdown e vaccinazioni, imposte in modo più restrittivo che in altri paesi.

8) La crisi energetica in corso è dovuta innanzitutto alle politiche di boicottaggio dei combustibili fossili in atto da più di dieci anni, perché il rialzo è iniziato l’estate scorsa e la guerra in Ucraina è arrivata a febbraio 2022. Poi ovviamente le sanzioni alla Russia. E infine, dato che in realtà il prezzo del gas russo di Gazprom che Eni come intermediario compra è invariato rispetto ad un anno fa, la speculazione. Sì, perché se il prezzo dell’80% o 90% del gas che viene da Algeria, Qatar e Russia per gasdotto non è variato e quello all’’ingrosso è aumentato di 15 o 20 volte, c’è evidentemente anche speculazione.
Draghi però è stato un grande fautore delle politiche per il climate change e delle sanzioni alla Russia. E sulla speculazione non ha detto mezza parola. Difficile sostenere quindi che Draghi fosse la soluzione per un disastro che ha contribuito più di altri (vedi l’insistenza per le sanzioni) a creare. Per quanto riguarda la speculazione, in Spagna e Francia, ad esempio, si sono prese misure di calmiere e si nazionalizza Edf che è loro Eni. In Italia niente.

9) Infine, per le sanzioni alla Russia e gli armamenti all’Ucraina, Draghi ha soffiato sul fuoco più di altri e senza un motivo logico perché l’Ucraina è dieci volte più armata dell’Italia, ad esempio hanno 2mila pezzi di artiglieri pesante contro circa 150 dell’Italia. Come si è visto, la guerra moderna è tutta basata sull’artiglieria, non la fanteria o i carri armati (in cui comunque l’Ucraina ne aveva 2,500 contro 200 dell’Italia).
L’Ucraina era in realtà, se si guardano i dati e non si ascoltano le chiacchiere, un paese armato fino ai denti dagli Usa.

Questi sono nove fatti, dalla crisi dello spread e il ricatto a Berlusconi, alle perdite sui derivati, al crac di MontePaschi, alla stampa di moneta alla Bce che ha creato inflazione, ai lockdown e vaccinazione forzata ecc. con cui Draghi ha contribuito più di altri a rovinare l’Italia. Lascia un paese in rovina e sarà un problema per qualsiasi nuovo governo tentare di riprendersi.

CI PUÒ STARE!


Conte smentisce se stesso, prima apre al governo col Pd poi ritratta: “Mai con quelli folgorati da Draghi”

Il Riformista
21 Agosto 2022

Sarà l’inesperienza dettata dalla sua prima campagna elettorale da leader di partito e non da premier prima stampella di Salvini e Di Maio, poi col piglio autoritario anche ‘grazie‘ alla fase iniziale dell’emergenza Covid, quella dell’Italia divisa a colori e delle dirette-fiume in tarda serata che monopolizzavano tg e social. Giuseppe Conte oggi, 21 agosto, a poco più di trenta giorni dalle elezioni politiche, si è reso protagonista di uno scivolone con la successiva pezza (a colori…) che finisce solo con il peggiorare la situazione.
L’ex presidente del Consiglio, che dice di essere in ascesa nei sondaggi, prima apre ad eventuali alleanze di Governo, soprattutto con il Pd e con altre forze della sinistra con le quali ha già governato, poi nel giro di due ore, dopo polemiche interne ed esterne a quel che resta del partito pentastellato, ritratta tutto, parlando di “parole” (le sue…) “travisate”.
Ospite a Mezz’Ora in Più su RaiTre, Conte cade nel rispondere alla domanda provocatoria di Lucia Annunziata (“Voi pensate che questa delusione ed esperienza sia chiusa o no?” facendo riferimento alla fase di governo con il Pd). Le sue parole sono inequivocabili: “In politica pensare di governare da soli è un’ambizione e molto elevata. Stiamo risalendo nei sondaggi, realizzare un monocolore M5s è improbabile”. Per questo “nella prospettiva ci può stare di lavorare con altre forze politiche, un domani, in particolare con il Pd. D’ora in poi noi ci siederemo a un tavolo con condizioni più chiare del passato, declinando principi politici ancora più elevati e ambiziosi e non cederemo su nulla. Le delusioni provate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti”.
Poco dopo sui social prova a correggere il tiro: “Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del PD folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma credo che il mio pensiero sia stato forzato e travisato – scrive – Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un Governo con una sola forza politica”.
“A proposito del dialogo con altre forze politiche come il PD – prosegue – a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori. L’esperienza maturata deve farci ancor più riflettere. Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il PD abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2″.

SARÀ DRAGHI


Renzi: «Sarà Draghi il premier indicato dal Terzo Polo»
OPEN ~ 8 Agosto 2022

Il leader di Italia Viva nel suo intervento a Zona Bianca non ha risparmiato le critiche per Enrico Letta: «Più asino di Buridano che occhio di tigre»

In diretta a Zona Bianca su Rete 4, Matteo Renzi ha commentato lo strappo di Carlo Calenda con il Pd. Una rottura che per il leader di Italia Viva ha reso ancora più forte la possibilità di pensare a un Terzo Polo, alternativo a centrodestra e centrosinistra. Questo nuovo centro potrebbe formarsi dall’unione di Italia Viva e Azione e avrebbe anche già un nome per il candidato premier: «Se il Terzo Polo è forte abbiamo un obiettivo: il nostro candidato premier è Mario Draghi, perché è l’unico che può andare in Europa a trattare il patto di stabilità. Se la Meloni e Salvini non avranno i voti sufficienti per fare il governo da soli proporremo di continuare e Draghi». Renzi ha approfittato dello spazio su Zona Bianca anche per attaccare l’ex compagno di partito Enrico Letta, accusandolo di aver sbagliato tutta la strategia delle alleanze: «Enrico Letta è la quinta essenza dell’errore strategico, le ha sbagliate tutte poverino. Più asino di Buridano che occhio di tigre». In tutto questo ha teso una mano ancora una volta a Calenda per chiudere sull’alleanza Azione-Italia Viva: «Calenda? Vediamo cosa vuole fare lui, se ha voglia di fare un ragionamento serio noi ci siamo. La scelta deve essere basata sulla politica: condividiamo o no che vanno fatti termovalorizzatori e rigassificatori? Noi abbiamo totale disponibilità».

GAUDIUM MAGNUM


Draghi vuole lasciare Palazzo Chigi perché l’Italia è vicina alla catastrofe

15 Luglio 2022
di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Che cosa sta per arrivare? La tempesta perfetta.

1. Crisi energetica causa sanzioni Russia e anni di politiche “per il climate change”.

2. Inflazione e rialzo dei tassi con conseguente crollo dei mercati finanziari già in corso.

3. Crisi finanziaria per il debito arrivato al 170% del Pil causa lockdown.

4. Depressione economica probabile, causa 1 e 2.

5. Scandali per i morti e disabili post vaccinazione che sono in costante aumento.

6. Sconfitta della Nato in Ucraina nonostante la valanga di aiuti, addestramento e armamenti a Volodymyr Zelensky.

È possibile quindi ipotizzare che Mario Draghi si voglia defilare in tempo. Questo è uno dei motivi della crisi. L’obiettivo di Draghi era il Quirinale, non avendolo raggiunto, non vede l’ora di abbandonare una esperienza di governo fallimentare.

AVANTI CON DRAGHI!


Di Maio: “Agenda Draghi deve andare avanti. Noi con Gelmini e Brunetta? Prematuro, di certo mai con Lega, M5s e chi ha fatto cadere esecutivo”

di Alberto Sofia | 21 LUGLIO 2022

“L’agenda riformatrice di Mario Draghi non può cadere nella polvere, non può scomparire, ci saranno tante persone di buona volontà che nei prossimi anni continueranno a portarla avanti”. A rivendicarlo, nel giorno delle dimissioni del presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti fuori da Montecitorio. Non senza attaccare M5s e Lega: “Quando Giuseppe Conte e Matteo Salvini andranno a dire in campagna elettorale che vogliono affrontare il caro benzina, il caro energia, il caro bollette ditegli che hanno buttato giù quel governo che stava facendo il decreto”. E ancora: “Far cadere il governo Draghi è stato solo il primo atto di un percorso che vede uniti Conte e Salvini nel cercare di portare l’Italia fuori dalle alleanze storiche, di destabilizzarla da un punto di vista economico. L’Italia aveva una chiara posizione internazionale che collocava l’Italia con i suoi alleati storici. E non è un caso che questo governo sia stato buttato giù da due forze politiche che strizzano l’occhiolino a Vladimir Putin”. Ma con chi andrà al voto Ipf? “Se siamo pronti a discutere con Mariastella Gelmini e Renato Brunetta e chi lascerà Forza Italia? Prematuro, ma di certo sicuramente non vado con quelli che hanno fatto cadere questo governo, che hanno deciso di stare dalla parte degli estremismi e dei sovranismi. E mi auguro si possa essere in tanti dalla parte dell’agenda riformatrice di Mario Draghi”.

APOLOGIA DEL POTERE INCONTROLLATO


DRAGHI DITTATORE? UNA BELLA IDEA

dal Blog di Nicola Porro

Eccallà, ci mancava solo la dichiarazione senza vergogna in diretta nazionale. Che barba la democrazia. Che barba i partiti che cercano di influenzare il governo. Che schifo i leader che si mettono di traverso sul trionfale cammino di sua santità Mario Draghi. Molto meglio una dittatura, in cui a decidere tutto è Supermario e gli altri si adeguano. Fino ad oggi eravamo quasi certi che molti democraticissimi intellettuali lo sussurrassero solo nei salotti buoni tra una tartina al caviale e l’altra, senza però esporre al grande pubblico la loro preferenza per una dittatura illuminata del premier Draghi. Ora invece Umberto Galimberti ha rotto il velo d’ipocrisia (e di questo occorre almeno dargli merito) ed è arrivato a confessare in diretta tv il disprezzo per i meccanismi della democrazia.
In studio a In Onda si stava discutendo delle incomprensibili norme prodotte dal governo per “arginare” l’avanzata di Omicron. Riuscire a districarsi tra green pass, super green pass, tre tipologie di quarantene, contatti stretti o laschi, prima seconda o terza dose, è oggettivamente impossibile. Di chi è la colpa? Di Speranza, in teoria titolato a gestire la situazione sanitaria? Di Draghi, che guida questo governo “dei migliori”? No, ovviamente. Per Galimberti sono i partiti ad aver creato confusione. “La complicazione – ha detto – nasce dal fatto dal fatto che abbiamo un governo fatto di partiti che si detestano e il povero Draghi ha iniziato a fare delle mediazioni che moltiplicano le diversità dei casi all’interno dei quali si deve intervenire”.
Hai capito che orrore? I partiti cercano di interpretare le istanze degli italiani? Non sia mai: è lesa maestà. Dovrebbero starsene zitti e lustrare le scarpe al premier-padrone. “Se è vero che abbiamo un governo di salute pubblica – ha insistito Galimberti – se è vero che siamo in epoca di emergenza, non si può considerare Draghi una sorta di… non dico la parola dittatore, ma quasi? Che decida lui a prescindere dalle bandierine dei vari partiti che vogliono difendere questa o quell’altra categoria, allentando la difesa nei confronti di questo virus”.
In studio avrebbero dovuto indignarsi per quanto detto dal professorone. Non l’hanno fatto come non lo fecero con Monti quanto chiese una “informazione meno democratica”, ma almeno stavolta si sono degnati di chiedere una precisazione. “Emergenza cosa vuol dire? – ha spiegato Galimberti – Che tutto va avanti come prima o c’è uno che decide? Questo voglio capire. Se siamo in emergenza fino a marzo, ci vorrà uno che decide. Io di Draghi mi fido, penso che non sia un pazzo, penso abbia le capacità per governare questa situazione, quindi lasciamo decidere a lui a prescindere dai pareri discordanti di tutti gli altri partiti. Questo significa emergenza”.
A dire il vero, questo significa “dittatura”. E in teoria sarebbe una cosuccia contraria alla Costituzione. Ma ormai tra Monti che vuole “dosare dall’alto l’informazione” e Galimberti che sogna di incoronare Draghi imperatore, abbiamo capito una cosa: che in nome della presunta “emergenza”, ormai prolungata da tempo immemore, si sta facendo strada l’ipotesi che si possa instaurare davvero l’uomo solo al comando. Senza che nessuno osi alzare il ditino. E pensare che i cronisti radical chic si stracciarono le vesti quando Salvini chiese agli elettori (ripeto: agli elettori!) i “pieni poteri” attraverso le urne. Che fine hanno fatto? Ah sì, lo sappiamo. Sono lì, in piedi, ad applaudire l’ingresso in sala stampa di suo splendore Draghi.