RINCORRERE IL VENTO

Science smentisce l’efficacia dei nuovi vaccini contro Omicron

Martina Giuntoli
2 Settembre 2022

Sembra incredibile ma non sono trascorse nemmeno 24 ore dall’approvazione del nuovo vaccino booster bivalente e già la scienza smentisce quanto l’Fda e le case farmaceutiche hanno appena presentato e venduto come la panacea di tutti i mali.
La prestigiosa rivista Science infatti pubblica in data 1 settembre un articolo secondo cui i cosiddetti vaccini aggiornati  offrono una protezione contro il Sars-Cov2 molto simile a quella dei sieri già esistenti (l’abbiamo vista). Con buona pace del Ministro Speranza, che già si sta sfregando le mani per la nuova campagna vaccinale da lui auspicata per settembre.
(…)
Al di là del sostegno o meno ai vaccini, sulla cui efficacia e sicurezza tanto ci sarebbe da discutere,  appare chiaro che rincorrere le varianti è praticamente impossibile, nonché a questo punto completamente inutile, come studi, dati e realtà dei fatti ci stanno dimostrando.
Forse il ministro Speranza dovrebbe rivedere i suoi facili entusiasmi per un’eventuale nuova campagna vaccinale e ammettere che, laddove esistono le cure, come di recente ampiamente confermato da prestigiosi studi, non può reggere la sua spinta verso ulteriori dosi: visto lo scarso entusiasmo degli italiani nei confronti della quarta, forse non sarà difficile lasciar naufragare il tutto, dopo che la nave avrà lasciato il porto del Ministero.

QUARTA DOSE

Speranza e virustar rinnovano l’appello alla quarta dose di vaccino

“Dobbiamo considerare la pandemia ancora non conclusa: in tanti Paesi da qualche giorno c’è una curva che ricomincia a crescere e non dobbiamo considerare che la partita è chiusa. Non siamo cioè fuori dal Covid, tuttavia tutto ciò che abbiamo, dai vaccini agli antivirali, ci consente di dire che siamo in una stagione diversa”. Ad affermarlo il ministro della Salute, Roberto Speranza che rinnova l’invito ai fragili sulla quarta dose. “Chiedo alle persone più fragili di proteggersi con il secondo booster” di vaccino anti-Covid, “c’è ancora spazio di crescita per le coperture. Dobbiamo considerare la pandemia non conclusa. I vaccini restano un’arma fondamentale”, ha ribadito.
Gli esperti, nel frattempo, considerano molto probabile il ricorso ad una quarta dose per il resto della popolazione tra settembre e ottobre. “In autunno – spiega Antonio Ferro, presidente della Società Italiana d’igiene (SITI) – sarà probabile un’ulteriore quarta dose di vaccino. Molto dipenderà dalla capacità del virus di mutare e dalle nuove varianti che compariranno. Ma questi due anni di pandemia, prosegue il presidente di SITI, “hanno cambiato l’intero sistema sanitario italiano e si sta passando da una visione incentrata sull’ospedale a una incentrata sulla medicina territoriale”.

NEL PRINCIPIO ERA BURIONI

“Idrossiclorichina inutile e pericolosa: buttatela nel cesso”, Burioni stronca la Regione

Contrario all’uso contro il coronavirus anche l’Ordine dei medici

ALESSANDRO MONDO

8 Marzo 2021

«Piemontesi, sappiate che studi sterminati hanno stabilito non solo che per Covid 19 l’idrossiclorichina è inutile, ma che è anche pericolosa. Se qualche “medico” ve la prescrive, buttatela nel cesso e cambiate medico velocemente». La stroncatura è contenuta in un tweet del virologo Roberto Burioni e punta alla Regione. Meglio: al protocollo per le cure domiciliari di pazienti Covid (allegato al tw
eet demolitorio), aggiornato con l’inserimento dell’idrossiclorochina, uno dei cavalli di battaglia dell’assessore Icardi, nella fase precoce della malattia insieme a farmaci antinfiammatori non steroidei e vitamina D.

Il tutto sulla base di una controversa sentenza del Consiglio di Stato: ha consentito la prescrizione della idrossiclorichina sotto precisa responsabilità e dietro stretto controllo del medico. Peccato che il farmaco in questione sia stato messo in discussione sia dall’Aifa che dall’Oms perchè inutile: nel migliore dei casi.

L’Ordine dei Medici di Torino, richiesto di pronunciarsi, ha dato parere negativo al suo impiego. Dai e dai, alla fine ha chiesto che le riserve di cui sopra venissero almeno riportate nel protocollo. Immaginate la situazione in cui si trovano i medici chiamati a prescrivere l’idrossiclorichina, sotto la loro responsabilità.

🤗 MA POICHÉ LA VERITÀ È LENTA MA INESORABILE…

Altro che «tachipirina e vigile attesa», il Covid andava curato con gli antinfiammatori

Bastava utilizzare aspirina o nimesulide. L’istituto Mario Negri pubblica su Lancet: «I fans riducono le ospedalizzazioni del 90%». E anche se molti medici lo avevano già capito, per il ministero della Salute l’unica soluzione era il vaccino

PICKLINE
28 AGOSTO 2022

Dopo due anni e mezzo di pandemia e 175mila morti all’improvviso si scopre che le cure domiciliari contro il Covid funzionano. Finalmente si riconosce che l’infezione da coronavirus si può curare e che il vaccino non è l’unica soluzione. A dirlo è l’istituto Mario Negri di Milano, uno dei migliori centri di ricerca farmacologica del Paese, che dopo aver analizzato i risultati ottenuti su centinaia di pazienti, ha pubblicato su Lancet i risultati dello studio. In pratica, usando i fans, cioè farmaci come Brufen, Aspirina o Nimesulide, pillole di comune uso contro dolori e infiammazioni, l’ospedalizzazione dei pazienti si riduce dell’85-90%.

«Gli antinfiammatori sono totalmente inefficaci nella cura del Covid-19 e anzi sono potenzialmente pericolosi per cui ne va impedito l’uso», sentenziava il 16 marzo 2020 Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società italiana di medicina generale. In piena pandemia Covid-19, su La Repubblica il medico fu perentorio: «In tutti i casi in cui i medici sospettano un’infezione da Covid, le nostre linee guida dicono che non bisogna usare gli antinfiammatori e tanto meno il cortisone». Oggi uno studio italiano dimostra il contrario.

Dopo aver esaminato importanti studi scientifici a livello internazionale, gli autori dell’Istituto Mario Negri di Milano e dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, concludono che la terapia precoce con gli antinfiammatori ha un «ruolo cruciale» per la gestione domiciliare delle persone con sintomi iniziali di Covid-19. Abbattono i ricoveri del 90%, i tempi di scomparsa dei sintomi dell’80%. Questi farmaci, insomma, giocano un ruolo fondamentale nella lotta al Covid. Peccato però che tutto questo si sapesse già. A marzo 2020 il dottor Andrea Mangiagalli, come raccontato a La Verità, ha curato con successo la moglie colpita dal virus attraverso antinfiammatori. Un anno fa la conferma era arrivata la professor Giuseppe Remuzzi: «Il nostro trattamento con antinfiammatori riduce le ospedalizzazioni del 90%», aveva dichiarato in un’intervista il direttore dell’Istituto Mario Negri, illustrando il protocollo di cura messo a punto con i colleghi. Parole cadute puntualmente nel vuoto.

Bastava utilizzare aspirina, oppure celecoxib e nimesulide. Ma per mesi e mesi, l’Italia si è affidata alle famigerate linee guida per le cure domiciliari dettate dal ministero della Salute guidato da Roberto Speranza. Uscite dieci mesi dopo l’inizio della pandemia e basate per lungo tempo su «tachipirina e vigile attesa», mentre si moltiplicavano le ondate dei contagi, crescevano i ricoveri e il numero dei morti. La medicina del territorio avrebbe potuto funzionare, se si fosse intervenuto nelle primissime fasi della malattia con antinfiammatori e corticosteroidi per prevenire l’aggravarsi delle condizioni di salute del paziente ed evitare il collasso di reparti e terapie intensive.

In quei mesi di vigile attesa, i morti per Covid passarono da 55.576 a 119.539. Forse, quei 63.963 pazienti che si aggiunsero all’elenco delle vittime potevano essere salvati con trattamenti immediati. E quanti dei 175.226 decessi che a oggi contiamo, non erano per malattia grave, ma perché non vennero applicati da subito protocolli efficaci? Il lavoro pubblicato dagli esperti dell’Istituto Negri ribadisce «raccomandazioni terapeutiche» che molti medici misero in atto, salvando pazienti ma finendo sospesi dagli Ordini per aver curato seguendo la letteratura scientifica, non linee guida ministeriali inadeguate. Esortano a «intervenire all’esordio dei sintomi a casa», a «iniziare la terapia il prima possibile» e a «fare affidamento sui fans».

VACCINI mRNA, MIOCARDITI & co.


Studio Nature sull’ aumento del rischio di miocardite e pericardite nei giovani tra i 18 e 24 anni :

“Age and sex-specific risks of myocarditis and pericarditis following Covid-19 messenger RNA vaccines”

https://www.nature.com/articles/s41467-022-31401-5

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