URSULA DI GIALLO-BLU VESTITA


Von der Leyen al Parlamento Ue: ‘Le sanzioni alla Russia resteranno’

‘Putin fallirà e l’Europa prevarrà’. Discorso sullo Stato dell’Unione. ‘L’Ucraina avrà accesso al mercato unico, oggi vado a Kiev’. E poi: dal tetto ai ricavi 140 miliardi

Redazione ANSA
13 settembre 2022

BRUXELLES- “La solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Ucraina rimarrà incrollabile. Fin dal primo giorno, l’Europa è stata al fianco dell’Ucraina. Con armi. Con fondi. Con l’ospitalità per i rifugiati. E con le sanzioni più dure che il mondo abbia mai visto. Il settore finanziario della Russia è in crisi”. Lo ha detto Ursula von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione. “Voglio essere molto chiara: le sanzioni sono destinate a rimanere. Questo è il momento di mostrare determinazione, non acquiescenza”, ha aggiunto.
“Questa è una guerra alla nostra energia, una guerra alla nostra economia, una guerra ai nostri valori e una guerra al nostro futuro. Si tratta di autocrazia contro democrazia. E sono qui con la convinzione che, con coraggio e solidarietà, Putin fallirà e l’Europa prevarrà, ha detto.
“Porteremo l’Ucraina nella nostra area europea di free roaming – ha aggiunto -. Le nostre corsie di solidarietà sono un grande successo. Sulla base di tutto ciò, la Commissione collaborerà con l’Ucraina per garantire un accesso senza soluzione di continuità al mercato unico. E viceversa. Il nostro mercato unico è una delle più grandi storie di successo dell’Europa. È ora di renderlo un successo anche per i nostri amici ucraini. È per questo che oggi mi reco a Kiev, per discuterne in dettaglio con il presidente Zelensky”.
Dalle nove la presidente dell’esecutivo europeo si rivolge agli europarlamentari raccolti nell’emiciclo di Strasburgo per illustrare, tra l’altro, un ampio pacchetto di nuove iniziative finalizzate a creare strumenti con cui affrontare le crisi in atto e traghettare l’Ue verso la transizione energetica, accelerando al contempo l’indipendenza dalle importazioni di idrocarburi dalla Russia. Per l’occasione a Strasburgo è presente anche la moglie di Volodymyr Zelensky, Olena Zalenska.
“Milioni di europei hanno bisogno di sostegno. Gli Stati membri dell’Ue hanno già investito miliardi di euro per assistere le famiglie vulnerabili. Ma sappiamo che non sarà sufficiente. Per questo motivo proponiamo un tetto ai ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo. La nostra proposta raccoglierà più di 140 miliardi di euro per gli Stati membri per attutire il colpo direttamente”, ha detto la presidente della Commissione Ue.
La Commissione europea presenterà “un pacchetto di aiuti per le Pmi” che “comprenderà una proposta per un insieme unico di norme fiscali per fare affari in Europa (Befit)”., ha detto von der Leyen, annunciando anche la revisione della “direttiva sui ritardi di pagamento” “Semplicemente non è giusto che 1 fallimento su 4 sia dovuto a fatture non pagate in tempo”, ha sottolineato, indicando che “per milioni di aziende familiari, questa sarà un’ancora di salvezza in acque agitate”.
“Abbiamo concepito NextGenerationEU quasi due anni fa, eppure è esattamente ciò di cui l’Europa ha bisogno oggi – ha spiegato -. Quindi atteniamoci al piano. Utilizziamo i soldi” a disposizione. “Il NextGenerationEU è stata una spinta alla fiducia per la nostra economia. E il suo viaggio è appena iniziato”, ha aggiunto.
Nel discoso alla plenaria dell’Eurocamera, von der Leyen ha inoltre affermato che “gli Stati membri dovrebbero avere maggiore flessibilità sui loro percorsi di riduzione del debito”. “Ma – ha aggiunto – ci dovrebbe essere una maggiore responsabilità sul rispetto di ciò che abbiamo concordato”. Nella riforma del Patto di stabilità, “dovrebbero esserci regole più semplici che tutti possono seguire”, ha sottolineato von der Leyen, indicando la necessità di “aprire lo spazio per investimenti strategici e dare ai mercati finanziari la fiducia di cui hanno bisogno”.

SI RACCOGLIE CIÒ CHE SI È SEMINATO


Putin e Erdogan

Dario Prestigiacomo

6 settembre 2020

Le sanzioni contro la Russia in risposta all’invasione russa dell’Ucraina hanno provocato gravi problemi di approvvigionamento energetico per l’Europa, che ora “raccoglie quello che ha seminato”. A parlare non è Viktor Orban, né Matteo Salvini, ma il leader del secondo esercito della Nato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Noi non abbiamo problemi con il gas naturale – ha detto nel corso di una conferenza stampa ad Ankara – L’Europa raccoglie quello che semina. Credo che l’Europa passerà questo inverno con seri problemi”. Il problema, secondo Erdogan, è “l’atteggiamento dell’Europa” nei confronti di Vladimir Putin, che, insieme alla sanzioni comminate dall’Ue a Mosca, hanno portato il presidente russo a “opporsi” al blocco e ad adottare contromisure. “Putin sta usando tutti i mezzi e le armi a sua disposizione, primo fra tutti il ​​gas naturale”, ha aggiunto. Da un lato, Erdogan sposa la posizione cara a Orban e ad altri esponenti politici europei, tra cui il leader della Lega Salvini, che criticano la gestione delle sanzioni da parte dell’Ue. Dall’altro, il presidente turco conferma la tesi di Bruxelles, ma negata finora da Mosca, secondo cui la crisi del gas è frutto di precise scelte del Cremlino, e non di problemi tecnici (si pensi al Nord Stream). Ma al di là dei tentativi di mantenere una certa equidistanza tra i due contendenti, è chiaro che le dichiarazioni di Erdogan sono un messaggio ben preciso diretto all’Ue.

SONO PRONTA!

Con Liz Truss si rischia una guerra nucleare? Cosa ha detto sulla Russia

Alessandro Cipolla
6 settembre 2022

Liz Truss in merito alla Russia ad agosto ha affermato che il Regno Unito, se necessario, sarebbe pronto a usare armi atomiche: rischiamo una guerra nucleare ora che è diventata primo ministro?

Da quando la Russia lo scorso 24 febbraio ha iniziato la sua “operazione speciale” in Ucraina, il mondo intero e soprattutto l’Europa vive con la costante paura di una guerra nucleare, senza contare i timori per delle fuoriuscite dalle centrali spesso teatri degli scontri tra i due eserciti (vedi Zaporizhzhia).
Come dal Regno Unito è arrivata la notizia della vittoria di Liz Truss alle elezioni per la leadership dei Conservatori, successo che automaticamente la porterà a Downing Street succedendo così a Boris Johnson, in molti probabilmente avranno ripensato alle parole pronunciate dal nuovo primo ministro a fine agosto.
Nel pieno della campagna per la guida dei Torys, Liz Truss ospite a Birmingham di un evento organizzato dai conservatori locali ha evocato chiaramente scenari da guerra nucleare parlando della Russia.
“Londra è pronta, se necessario, a utilizzare le armi nucleari – ha dichiarato in quell’occasione Truss che prima dell’approdo a Downing Street è stata il ministro degli Esteri del Regno Unito – Ritengo che sia un dovere importante del primo ministro e sono pronta a farlo”.

Liz Truss e il rischio di una guerra nucleare con la Russia

Liz Truss durante la volata per la guida dei Conservatori è stata spesso indicata dai media come uno dei “falchi” all’interno dei Torys. Da quando nel 2021 è stata nominata ministro degli Esteri, la sua posizione è stata sempre di netta chiusura nei confronti di Russia e Cina.
A Birmingham le parole del nuovo primo ministro sono state accolte da un fragoroso applauso da parte della sala, anche se il moderatore dell’evento John Pienaar ha parlato di “voltastomaco davanti all’annientamento totale” derivante da una guerra nucleare.
Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina il Regno Unito è stato uno dei maggiori sostenitori di Kiev, tanto che Volodymr Zelensky nel salutare la nomina di Liz Truss ha voluto anche ringraziare il suo predecessore Boris Johnson definito un “grande amico”.
“Non vedo l’ora che inizi la cooperazione con il nuovo premier della Gran Bretagna Liz Truss – ha dichiarato Volodymyr Zelensky – Noi in Ucraina la conosciamo bene: è sempre stata dal lato giusto della politica europea”.
Visto lo stallo in Ucraina, con le bombe che continuano a parlare a differenza della diplomazia, dopo oltre sei mesi dall’inizio della guerra il sentore è che questo conflitto sarà lungo e logorante anche per il tessuto economico europeo.
Lo scenario di una guerra nucleare di certo è il più estremo anche se diversi analisti, in caso di una Russia messa alle corde da una avanzata dell’esercito di Kiev ben armato dall’Occidente, non hanno escluso che Putin possa ricorrere alle tante armi atomiche tattiche che sono nei magazzini russi già pronte all’uso.
Fin dai tempi della Guerra Fredda il timore nucleare è stato il deterrente per uno scontro militare diretto tra la varie grandi potenze: in un periodo di grande crisi di materie prime però anche le più granitiche certezze possono vacillare, con l’esito finale del conflitto in Ucraina che al momento appare essere un’autentica sciarada.

LA GUERRA È PACE


In Ucraina è la Nato che cerca la guerra!

24 gennaio 2022
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Marco Consolo, responsabile esteri del Partito della Rifondazione Comunista

L’allargamento della NATO fino ai confini della Russia è alla base dell’escalation guerrafondaia in Ucraina.
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno sponsorizzato le forze etno-nazionaliste che hanno riabilitato come eroi nazionali i collaborazionisti col nazismo e portato avanti politiche discriminatorie verso la popolazione di lingua russa.
Non bisogna essere dei sostenitori di Putin per comprendere che la Russia non può accettare di ritrovarsi missili e basi NATO ai suoi confini, né può voltare le spalle alle popolazioni del Donbass a cui l’Ucraina nega persino l’autonomia prevista negli accordi di Minsk, che erano stati condivisi dal consiglio di sicurezza dell’ONU. L’Ucraina si rifiuta di riconoscere l’autonomia permanente del Donbass perché la regione potrebbe sfruttare la sua posizione costituzionale all’interno dell’Ucraina per bloccare l’adesione all’UE e alla NATO.
È evidente che la neutralità dell’Ucraina ed il riconoscimento dei diritti delle popolazioni delle regioni di lingua russa in uno Stato plurinazionale sono l’unica via di uscita dalla crisi. Durante la guerra fredda la neutralità di Finlandia, Svezia e Austria ha costituito un’esperienza sicuramente positiva sotto ogni punto di vista, mentre Unione Europea, NATO e Stati Uniti continuano a fomentare da anni una guerra a bassa intensità dell’Ucraina contro le repubbliche autonome del Donbass.
E’ l’Ucraina, con la copertura occidentale, a violare costantemente gli accordi di Minsk.
Andrebbe ricordato il ruolo svolto dalla UE, compresi dei europarlamentari PD, nel sostegno a Euromaidan, presentata come una rivoluzione democratica.
Non si può accusare la Russia quando difende le repubbliche autonome del Donbass, visto che la NATO ha fatto una guerra per consentire al Kossovo di dichiararsi indipendente dalla Serbia.
Dallo scioglimento dell’URSS, gli USA e la NATO hanno violato gli impegni assunti con Gorbaciov, assorbendo i Paesi dell’Europa orientale. E non è un caso che l’ex-presidente si sia schierato dalla parte di Putin, come la stessa opposizione comunista.
È interesse del nostro Paese la risoluzione pacifica della crisi e la ripresa della cooperazione con la Russia. Nessun partito nel parlamento italiano ha il coraggio di dire apertamente che la prepotenza degli Stati Uniti e della NATO anche nel caso ucraino rappresenta una minaccia per la pace.